giovedì 4 agosto 2011

Ecco il mattone per costruire sulla Luna.


Piccolo parallelepipedo grigio, di materiale compatto. L'Agenzia spaziale italiana lo finanzia con 500 mila euro.

MILANO - Dalla Sardegna alla Luna. La storia ruota attorno ad un piccolo parallelepipedo grigio di materiale compatto che potrà diventare un mattone lunare, cioè un elemento per la costruzione di un insediamento sul nostro satellite naturale. Ha già ottenuto il parere positivo dell’Ufficio europeo dei brevetti ed ora è in corso l’estensione internazionale. Il mattone lunare è frutto del progetto Cosmic condotto dal professor Giacomo Cao, chimico dell’Università di Cagliari ed al quale hanno partecipato il CRS4 (centro di ricerche e sviluppo e studi superiori in Sardegna), il Dipartimento energia e trasporti del Cnr, l’Istituto tecnico industriale Enrico Fermi di Cosenza e la società privata Corem. L’Agenzia spaziale italianaAsi lo ha finanziato con 500 mila euro.
MATERIALI LUNARI - «Il mattone – spiega Cao – è formato da materiali presenti sul suolo selenico come l’ilmenite perché ogni progetto di futuro insediamento considerato dalle agenzie spaziali è far ricorso a elementi esistenti nel luogo per ridurre i carichi e i costi di trasporto di strutture verso il satellite. Per realizzarlo ai fini del brevetto abbiamo fatto ricorso ai materiali equivalenti esistenti sulla Terra ma che riproducono le caratteristiche di quelli lunari». Una struttura selenica deve proteggere gli astronauti dalle radiazioni che piovono dallo spazio assieme ai micro meteoriti e creare un ambiente all’interno del quale sia possibile vivere e lavorare in sicurezza. Il brevetto riguarda un processo per la produzione dei mattoni necessari a questo genere di strutture protettive. Un secondo brevetto depositato ma che attende risposta e sviluppato sempre nell’ambito del progetto Cosmic riguarda invece un processo attraverso il quale ricavare elementi utili alla sopravvivenza su Marte dall’atmosfera e dal suolo: ad esempio l’ossigeno dall’atmosfera di anidride carbonica e gli ossidi di ferro dal terriccio. «Queste sono risorse naturali – spiega Cao – preziose per consentire l’attività e la vita sul vicino pianeta».
STUDI - Ricerche su questi fronti sono in corso a livello internazionale da molti anni. Si è costituita addirittura una «Società del cemento lunare» sostenuta da alcune compagnie giapponesi e americane per produrre elementi utili alla fabbricazione in situ. E anche per ricavare ossigeno dall’atmosfera marziana necessario alla respirazione degli astronauti o ai propulsori dei razzi la società aerospaziale americana Lockheed ha sperimentato un impianto già funzionante. «I nostri brevetti – dice Cao – tengono conto delle esperienze fin qui compiute e vanno oltre nella tecnologia che in questi anni è notevolmente maturata». Cinesi e indiani si stanno dando da fare per arrivare sulla Luna e in futuro anche la Nasa se il Congresso riuscirà a costringere il presidente Obama ad accettare la prospettiva come sta facendo con i progetti della capsula Orion e del grande razzo SLS che aveva cancellato e avviati dal suo predecessore Bush. Nel piano eliminato c’era anche l’insediamento lunare. Forse nel prossimo futuro ritornerà a galla e nella tradizionale collaborazione che unisce l’Italia agli Usa in campo spaziale il mattone della Sardegna potrebbe giocare il suo ruolo.
Giovanni Caprara

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