mercoledì 17 gennaio 2018

Dopo la luce dei Led arriva quella dei Lec: Illuminazione più intensa, efficiente ed economica.

Fonte: ANSA Scienze
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In arrivo i Led del futuro: si chiamano Lec (acronimo di Light-emitting electrochemical cell) e sono basati su celle elettrochimiche che emettono luce più intensa e in modo più efficiente. Descritti sulla rivista Nature Communications, sono così flessibili, sottili e leggeri da avere tante possibili applicazioni: dalla diagnostica alla segnaletica stradale e all’illuminazione pubblica.
Coordinati da Ludvig Edman, i ricercatori delle Università svedesi di Umeå e Linköping, che li hanno messi a punto, spiegano che questi nuovi dispositivi sono realizzati con tecniche di stampa e colorazione low cost simili a quelle impiegate per i quotidiani.
L’invenzione dei Led, premiata con il Nobel per la Fisica nel 2014, ha permesso di ridurre il consumo di energia elettrica per l’illuminazione. Sono infatti considerati una fonte di luce pulita, ecosostenibile e capace di fornire energia a basso costo nelle regioni del mondo prive di reti elettriche.
I Lec puntano adesso a migliorare ulteriormente questa tecnologia.“La loro particolarità è legare due caratteristiche che finora è stato difficile mettere insieme: luminosità ed efficienza energetica”, ha chiarito Edman. Un aspetto che secondo i ricercatori svedesi rende i Lec competitivi rispetto, ad esempio, alle attuali lampade fluorescenti.

martedì 2 gennaio 2018

L'intelligenza artificiale impara dialogando con l'uomo: Attribuisce un significato alle parole in base alle risposte che riceve.

Fonte: ANSA Scienze
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Non solo sa giocare a poker ed è imbattibile nella dama cinese, l'intelligenza artificiale è ora capace di imparare parole nuove dialogando con l'uomo, grazie al sistema messo a punto nell'università di Osaka. Il risultato è pubblicato su Arxiv, il sito che ospita i lavori scientifici prima della pubblicazione su una rivista.
Si tratta di un nuovo metodo per dialogare con l'uomo in modo naturale, con cui l'intelligenza artificiale acquisisce il lessico attraverso conferme implicite. Impara cioè in quale categoria classificare una parola sconosciuta attraverso più dialoghi in cui vengono confermate o meno le sue previsioni.
Molti dei cosiddetti chatbot, ossia i programmi che comunicano con parole o frasi scritte, e le app di voice assistant usciti negli ultimi anni rispondono a domande basate su argomenti programmati. Un altro metodo tradizionale con il quale cui il computer impara si basa sulla ripetizione di domande semplici.
Il metodo sviluppato dal gruppo di Kazunori Komatani funziona con conferme implicite senza il bisogno di ripetere più volte la stessa domanda: il sistema prevede la categoria di una parola sconosciuta, e la sua previsione viene o meno confermata sulla base delle risposte e le richieste che riceve dall'uomo durante il discorso, il contesto.
In questo modo un sistena di intelligenza artificiale impara le parole dialogando. E la sua resa migliora sulla base dei risultati ottenuti in altre conversazioni. Con questo approccio il computer potrà diventare più brillante parlando con l'uomo, dando risposte più precise e coerenti.