lunedì 5 agosto 2013

Un navigatore Gps nel cervello: Ci guida usando le mappe disegnate dai neuroni 'cartografi'.

Le cellule-griglia potrebbero fare luce sui problemi di orientamento dei malati di Alzheimer (fonte: Knight Alzheimer's Disease Research Center)
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Nel cervello umano esiste un 'navigatore Gps' che ci guida negli spostamenti grazie a delle vere e proprie mappe: le disegnano i neuroni 'cartografi', che entrano in azione quando dobbiamo muoverci in un ambiente che non conosciamo. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature Neuroscience dai ricercatori statunitensi della Drexel University e della Thomas Jefferson University di Philadelphia, insieme ai colleghi delle università della Pennsylvania e della California a Los Angeles.

I neuroni 'cartografi' costituiscono una nuova tipologia di cellule nervose (chiamate 'cellule-griglia') che disegnano nella mente le coordinate spaziali con cui ci muoviamo. Sono stati localizzati in due aree cerebrali: la corteccia cingolata e in quella entorinale. Quest'ultima è una regione cruciale per la memoria, la prima ad essere danneggiata dal morbo di Alzheimer. Per questo i ricercatori pensano che lo studio del funzionamento delle cellule-griglia possa fare luce sui problemi di orientamento che colpiscono i malati di Alzheimer.

Le cellule-griglia erano già state identificate nel cervello di scimmie, pipistrelli e roditori. Nei topi, in particolare, costituiscono il cuore del 'navigatore', che formano insieme ad altri due tipi di cellule: quelle 'di direzione', che funzionano come una bussola, e quelle 'di posizione', che si attivano quando l'animale si trova in un punto particolare dello spazio.
Finora nel cervello umano erano state identificate solo le cellule di posizione, localizzate nell'ippocampo. Le cellule-griglia, invece, rappresentano una vera e propria novità. Un indizio della loro presenza era stato raccolto nel 2010 grazie a delle tecniche di indagine non invasive di brain imaging.
A tre anni di distanza, i ricercatori statunitensi sono riusciti a trovare la prima prova della loro esistenza misurando direttamente l'attività cerebrale attraverso degli elettrodi impiantati nel cranio di 14 pazienti che dovevano già sottoporsi a delle sedute di stimolazione cerebrale per contrastare una grave forma di epilessia resistente ai farmaci. Durante la registrazione, a ciascun paziente è stato chiesto di cimentarsi con un videogioco in cui doveva muoversi in uno spazio virtuale alla ricerca di oggetti da recuperare. Oltre all'accensione delle cosiddette cellule 'di posizione', i ricercatori hanno potuto visualizzare per la prima volta anche quella delle cellule-griglia che si attivano durante lo spostamento per determinare la posizione relativa nello spazio.

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