lunedì 1 luglio 2013

Un 'trampolino' per smascherare i batteri, verifica in pochi minuti se un antibiotico funziona.

Colonie del batterio che causa la tubercolosi, il Mycobacterium tuberculosis (fonte: CDC/George Kubica)
Fonte: ANSA Scienze
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 pericolosi 'superbatteri' resistenti agli antibiotici hanno i minuti contati. Basta infatti meno di un quarto d'ora per smascherarli, verificando la loro reazione ai farmaci, grazie a un microscopico 'trampolino' messo a punto al Politecnico federale di Losanna dal gruppo coordinato dal fisico italiano Giovanni Longo, che pubblica l'importante risultato sulla rivista Nature Nanotechnology.

Il minuscolo 'trampolino' su cui si fanno aderire i batteri da esaminare è spesso quanto una manciata di capelli, ed è costituito dal supporto della punta di un microscopio a forza atomica. Grazie alla sua flessibilità, è in grado di oscillare ad ogni impercettibile movimento generato dai batteri e dal loro metabolismo (per esempio dallo spostamento dei loro flagelli). Le oscillazioni vengono registrate grazie a un raggio laser e convertite poi in un segnale elettrico: quando i batteri sono morti, si registra una linea piatta, proprio come avviene con un normale elettrocardiogramma.

''Quando bisogna combattere un'infezione batterica il fattore tempo è cruciale'', spiega Longo. ''Le tecniche tradizionali valutano la vitalità di un batterio basandosi sulla sua replicazione, ma in alcuni casi, come nella tubercolosi, questo può richiedere anche un mese. Grazie a questa nuova tecnica, rapida e affidabile, possiamo valutare in meno di un quarto d'ora le caratteristiche di un batterio anche sconosciuto, determinando la sua reattività agli antibiotici e l'eventuale resistenza''.
Si tratta dunque di uno strumento utile ''per testare nuovi farmaci e - aggiunge il ricercatore - per curare i pazienti, identificando subito l'antibiotico giusto per la cura e la dose corretta''. Questo anche nei Paesi in via di sviluppo, ''dove non sono disponibili gli strumenti per identificare il batterio con cui si ha a che fare''.

Il dispositivo non funziona solo con i microrganismi: è infatti capace di registrare ogni tipo di movimento, come quello generato da una semplice proteina che si ripiega, o da una cellula di mammifero. ''Per questo pensiamo che possa essere usato in oncologia, per valutare il metabolismo delle cellule tumorali in risposta ai chemioterapici, ma anche – conclude Longo - per rivelare la presenza di forme di vita in ambienti ostili, per esempio su Marte''.

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