mercoledì 12 giugno 2013

Luce verde al successore dell'acceleratore LHC: Si chiama ILC, presentato in Giappone, Europa e Usa.

Ricostruzione grafica del campo prodotto dai superconduttori, nella tecnologia alla base della futura macchina Ilc (fonte: DESY-Amburgo)

E' all'apice della 'carriera' e della fama, soprattutto dopo la scoperta del bosone di Higgs, ma il piu' grande acceleratore di particelle del mondo ha gia' un successore. Ha avuto infatti luce verde la costruzione dell'International Linear Collider (ILC), un acceleratore lineare che avra' il compito di completare e approfondire le scoperte fatte con l'Lhc e, forse, fare i primi passi nel regno della cosiddetta ''nuova fisica''.

Il progetto tecnico, in ben cinque volumi, e' stato pubblicato e presentato in Giappone, a Tokyo, in Svizzera, presso il Cern di Ginevra, e negli Stati Uniti, nel Fermilab di Batavia, vicino Chicago. ''Il rapporto tecnico e' una testimonianza dello sforzo di cooperazione globale che ha portato a progettare una macchina cosi' sofisticata'', ha osservato il presidente del Comitato Internazionale per i futuri acceleratori (Icfa), Pier Oddone. Per il direttore di ricerca dell'Ilc, Sakue Yamada, ''la scoperta del bosone di Higgs con l'Lhc ha reso ancora piu' convincente il progetto dell'Ilc, che potra' studiarne le proprieta' nel dettaglio''.

Il progetto ha coinvolto una squadra internazionale di ricerca che comprende oltre mille fra ricercatori e ingegneri di oltre 100 universita' e laboratori di oltre 20 Paesi. L'Italia partecipa, nell'ambito del Cern, con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
La nuova macchina e' composta da due acceleratori lineari paralleli, ognuno lungo 31 chilometri, al centro dei quali si scontrano fasci di elettroni e positroni a temperature vicine allo zero assoluto. Sara' una macchina molto potente perche' in essa scorreranno fasci di particelle molto ricchi, ognuno dei quali contiene 20 miliardi di elettroni o positroni concentrati in un'area piu' sottile di un capello umano. Questo significa che potra' produrre un gran numero di collisioni, che avverranno al ritmo di 7.000 al secondo all'energia di 500 miliardi di elettronvolt (500 GeV) e produrranno nuove particelle.

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