domenica 7 agosto 2011

Si può prevedere scientificamente il comportamento umano?


a cura di Federico Pedrocchi e Alberto Agliotti


Immaginate di trovarvi alle prese con i 50 milioni di pezzi che compongono un jumbo e di doverlo ricostruire. Problema complicato, ma non complesso, se avete il libretto di istruzioni. Se non l'avete e non avete neppure un modello di riferimento, o peggio non avete nemmeno idea di cosa sia un aereo, dovete tentare un'operazione di ingegneria inversa, cioè studiare i singoli elementi e fare ipotesi sul funzionamento dell'insieme. "Un sistema complesso emerge dall'interazione degli elementi che lo compongono ed è molto di più della loro somma" - spiega Mario Rasetti, docente di Fisica teorica al Politecnico di Torino. "La complessità studia quei fenomeni nei quali il numero di variabili e di gradi di libertà è enorme e non c'è maniera deterministica di analizzarli." Per i suoi studi sui sistemi complessi, il fisico ungherese Albert-László Barabási ha ricevuto il
premio Lagrange 2011 dalla Fondazione ISI, di cui Rasetti è presidente. Nel suo ultimo saggio, Lampi (Einaudi, 28 euro), Barabási si interroga sulla prevedibilità del comportamento umano. Per la prima volta nella storia disponiamo di un enorme insieme di dati oggettivi sulle nostre attività: sono le tracce elettroniche che lasciamo attraverso mail, cellulari, carte di credito, un immenso database che oggi possiamo analizzare con potenti computer. Il nostro comportamento è fatto da una serie di azioni che siamo abituati a considerare come eventi discreti, casuali e isolati. Secondo Barabási, la realtà è molto diversa. In Lampi, né complicato, né complesso, ma sempre piacevolmente scorrevole, ci racconta perché. Albert-László Barabási, Lampi, edizioni Einaudi, 28 euro.


Ascolta l'intervista a Mario Rasetti:

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