sabato 15 maggio 2010

In America si cerca una soluzione al problema delle scorie nucleari. Forse l'Università di Austin l'ha trovata.

Fonte: Casa & Clima
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Un gruppo di fisici americani dell’Institute for Fusion Studies dell’Università di Austin, Texas, ha annunciato di conoscere il modo per sfruttare la fusione nucleare al fine di distruggere le scorie nucleari prodotte dalla fissione. Ciò potrebbe essere il modo per rilanciare l'immagine dell'energia nucleare che molti suoi oppositori ritengono un problema proprio a causa dell'impossibilità di smaltirne le scorie.
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Fissione e fusione:
Per fare chiarezza è meglio precisare che la fissione consiste nello spezzare, per mezzo di neutroni, i nuclei di elementi pesanti come l’Uranio, e utilizzare l’energia liberata. Su questo processo si basano le attuali centrali nucleari. Nella fusione nucleare, invece, l’energia si libera in seguito al compattamento di nuclei di atomi leggeri come l’idrogeno e il deuterio. Ad oggi l'uomo non è ancora riuscito a rendere funzionante una centrale a fusione.
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Bombardare le scorie:
I fisici americani si dichiarano in grado di realizzare una sorgente di neutroni chiamata “Compact Fusion Neutron Source” (CFNS), grande all'incirca come una stanza e costituita da una “ciambella” magnetica contenente deuterio a 100 milioni di gradi Celsius. Le parti non riciclabili delle scorie prodotte dai reattori americani tradizionali (circa il 75%) che si calcola abbiano una vita media di qualche centinaia di migliaia di anni, verrebbero bombardate con neutroni dai nuovi reattori ibridi fissione-fusione CNFS, il quale le renderebbe inoffensive al 99%, oltre a produrre energia.
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Soluzione realistica?
Un CNFS può smaltire le scorie di 15 reattori convenzionali. Così il problema dei depositi geologici potrebbe essere risolto, (a proposito, in Italia si parla tanto di ritorno al nucleare ma mai di come stoccare in modo sicuro le scorie delle centrali dismesse) anche se qualcuno è ancora scettico, come Giancarlo Aquilanti, capo della task force nucleare di Enel: “Si tratta sicuramente di un progetto serio ma anche complicato. E non è detto che sia l’alternativa più economica e vicina nel tempo per sbarazzarsi delle scorie nucleari di alta attività. Personalmente penso che possa risultare più promettente bruciarle nei reattori ad alta velocità di quarta generazione che vedranno la luce fra il 2025 e il 2040”.

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