mercoledì 11 novembre 2009

La storia naturale è in rete: con Scratchpads, un social network sviluppato dai ricercatori del Museo di Storia Naturale di Londra.

Fonte: Galileo
----------------------
Il Museo di Storia Naturale di Londra ha sviluppato un social network dove studiosi e curiosi possono condividere dati e scoperte.
La storia naturale è in rete: con Scratchpads, un social network sviluppato dai ricercatori del Museo di Storia Naturale di Londra, tutti gli studiosi che si occupano di Darwin & Co. possono pubblicare i loro materiali e le loro considerazioni confrontando risultati e ipotesi con quelli di migliaia di utenti on line tra biologi, naturalisti, ecologi o semplici curiosi.Lo stile di Scratchpads è simile al più noto Facebook, solo che i contenuti si rifanno alle discipline naturali e alla biodiversità, così come gli autori del social network scrivono su BMC Bioinformatics. Una sorta di taccuino virtuale sul quale annotare rapidamente i propri appunti di biologia e storia naturale, informazioni che possono sempre essere condivise, riviste e riportate “in bella” come e quando si desidera. Per iscriversi basta compilare una scheda informativa in cui si dichiara di essere responsabili dei contenuti immessi. Si avrà così libero accesso a una comunità che a tutt'oggi conta 1100 tassonomisti con almeno 100 siti internet da visitare, per un totale di 130 mila collegamenti raccolti solo nei primi due anni dall'apertura del database. Tutti i dati inseriti dagli utenti spaziano da bibliografie a classificazioni, da filogenesi a immagini, da mappe a dati su specie ed esemplari, studiati e analizzati da diversi punti di vista. Il social network raccoglie informazioni anche da alcuni noti database specializzati nella biodiversità come Encyclopedia of Life (vedi Galileo, Nasce l’Enciclopedia della vita) oppure Genbank, GBIF, Biodiversity Heritage Library, ma anche da social network generalisti come flickr, Google Scholar e Wikipedia. “Il nostro obiettivo era creare un sistema che potesse motivare i singoli ricercatori a produrre, gestire e diffondere i loro dati – spiega Vincent Smith, uno dei creatori del software – ampliando allo stesso tempo gli utenti potenziali del servizio, che sono liberi di usare le informazioni raccolte come meglio credono”. (f.c.)

Nessun commento: