lunedì 26 ottobre 2009

Leggere i DVD con gli occhi dei crostacei.

Fonte: Le Scienze
Le cellule degli occhi degli stomatopodi sono più efficienti dei dispositivi artificiali poiché funzionano bene a tutte le lunghezze d'onda e non solo a una ben definita frequenza.
Le incredibili caratteristiche degli occhi di un crostaceo marino potrebbero inspirare una nuova generazione di dispositivi di lettura di DVD e CD, stando a quanto riferiscono sulla rivista Nature Photonics alcuni ricercatori dell'Università di Bristol.
Gli animali dell'ordine degli stomatopodi a cui si riferisce lo studio vivono nella Grande barriera corallina australiana e possiedono l'apparato visivo più complesso finora mai descritto. Essi possono infatti vedere in 12 colori e distinguere tra differenti stati di polarizzazione della luce.
Speciali cellule fotosensibili agiscono infatti come lamine a quarto d'onda, dispositivi ottici in grado di far ruotare il piano di polarizzazione di una radiazione luminosa che li attraversa, e consentono agli stomatopodi di convertire la luce a polarizzazione lineare in luce a polarizzazione circolare e viceversa.
Nuove prospettive tecnologiche si aprono al mondo dell'elettronica tenuto conto che le lamine a quarto d'onda artificiali sono una componente essenziale dei lettori di CD e DVD, così come dei filtri ottici polarizzatori. Questi dispositivi artificiali hanno però l'inconveniente di funzionare bene su una ben definita lunghezza d'onda, mentre il meccanismo osservato negli stomatopodi è praticamente costante su tutto lo spettro elettromagnetico, dall'ultravioletto all'infrarosso.
Non è ancora chiaro, in ogni caso, per quale motivo gli stomatopodi posseggano un simile apparato visivo. Secondo le attuali conoscenze, distinguere la polarizzazione della luce serve in genere ad alcune specie animali per trasmissione di segnali sessuali o non rilevabili dai predatori. Negli animali marini, inoltre, consente di migliorare la visione in acqua.
"Uno degli aspetti sorprendenti è che una struttura così semplice dell'apparato, che comprende membrane cellulari disposte in forme tubolari, supera in funzionalità i dispositivi sintetici”, ha spiegato Nicholas Roberts, coautore dello studio. Capire come funziona potrebbe consentire di realizzare dispositivi a cristalli liquidi in grado di riprodurre le proprietà delle cellule dell'occhio degli stomatopodi.” (fc)

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