venerdì 18 settembre 2009

Una scarsa esposizione alla luce e al calore può ridurre sensibilmente le funzioni cognitive.


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Sole uguale estate, mare, abbronzatura. Ma i raggi caldi che tanto ricerchiamo durante questa stagione possono, a sorpresa, anche aumentare la nostra intelligenza. O meglio, far sì che non venga danneggiata, soprattutto quando si è colpiti da depressione. Uno studio, pubblicato su 'Environmental Health' da un'equipe dell'università dell'Alabama (Usa), dimostra infatti che una scarsa esposizione alla luce e al calore può ridurre sensibilmente le funzioni cognitive. Un motivo in più per 'rubare' quanto più sole possibile, sempre stando attenti a proteggersi dai danni alla pelle.
Gli studiosi americani hanno effettuato le loro rilevazioni prendendo in prestito i dati relativi a 14.474 pazienti che avevano partecipato allo studio Regards sull'incidenza e i fattori di rischio ictus in America. L'obiettivo era, questa volta, approfondire l'associazione fra depressione, funzione cognitiva e raggi solari. Per farlo, gli scienziati hanno incrociato i dati con le tabelle meteorologiche fornite dalla Nasa. Ne è emerso che "fra gli individui affetti dal 'male di vivere' - spiega Shia Kent, a capo della ricerca - la scarsa esposizione al sole è associata con una probabilità significativamente più alta di danni cognitivi. Questa relazione rimane costante in tutte le stagioni. Si tratta di dati che confermano come il tempo non solo influisca sull'umore, ma anche sulla funzione cognitiva, con notevoli implicazioni per il trattamento della depressione, soprattutto quando compare in determinati periodi dell'anno". Secondo i ricercatori, infatti, i meccanismi fisiologici che scatenano la depressione stagionale potrebbero essere coinvolti anche negli effetti che la luce solare ha sulla funzione cognitiva: oltre a regolare i livelli di serotonina e melatonina, i raggi solari hanno infatti effetti anche sul flusso sanguigno del cervello, cosa che può influire appunto sulle capacità cognitive.

1 commento:

claudio sauro ha detto...

Era già noto che il violetto e l'ultravioletto hanno azione antidepressiva, solo che i meccanismi non erano e forse non sono tuttora del tutto noti.
Una delle ipotesi è che oltre ad una sintesi di Vit D3 a livello cutaneo (quindi maggior assorbimento ed apporto di calcio che ha una notevole importanza in certe reazioni biochimiche neuronali)vi sia un attivazione anche di altri enzimi a livello cutaneo che vanno ad incidere sull'umore.
Sono solo ipotesi, ma è certo che una maggior esposizione all'ultravioletto ha sempre un effetto positivo sull'umore.
Poi certamente per altre funzioni cognitive una maggior irrorazione cerebrale dovuta alla temperatura è sempre positiva a meno che non si esageri.