mercoledì 23 settembre 2009

Forse, solventi diversi dall'acqua potrebbero permettere lo sviluppo di forme di vita alternative.

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Un gruppo internazionale di ricerca sta studiando la possibilità che solventi diversi dall'acqua possano permettere lo sviluppo di forme di vita alternative a quelle possibili in un ambiente planetario di tipo terrestre.
Allo European Planetary Science Congress appena conclusosi a Potsdam, in Germania, un gruppo di ricerca coordinato da Maria Firneis e Johannes Leitner dell'Università di Vienna ha presentato le linee di un progetto per l'identificazione di marcatori biologici relativi a possibili forme di vita esotiche su altri pianeti, ossia forme di vita che non sfruttino come solvente vitale l'acqua.
Attualmente i pianeti che possono ospitare la vita vengono cercati all'interno di quella che è considerata la zona abitabile attorno alla loro stella e l'attenzione si appunta su quelli dotati di un'atmosfera in cui siano presenti biossido di carbonio, vapore acqueo e azoto, e sulla cui superficie potrebbe esserci acqua allo stato liquido. Quindi si va alla ricerca di marcatori che potrebbero essere prodotti dal metabolismo di forme di vita simili a quelle che ospita il nostro pianeta, per le quali l'acqua funge da solvente e i mattoni costitutivi sono rappresentati dagli amminoacidi formati sostanzialmente da atomi di carbonio e ossigeno. Queste tuttavia, osservano i ricercatori, non è affatto detto che siano le uniche condizioni in cui possa svilupparsi la vita.
“E' tempo di fare un radicale cambiamento nella nostra concezione geocentrica della vita”, ha dichiarato Leitner. “Anche se questo è il solo tipo di vita che conosciamo, non si può escludere che da qualche parte si siano evolute forme di vita che non siano in rapporto né con l'acqua né con un metabolismo basato sul carbonio e sull'ossigeno.”
Una delle condizioni necessarie a sostenere la vita è che il solvente resti liquido per un ampia gamma di temperature: ciò vale per l'acqua fra 0°C e 100°C, ma esistono altri solventi che permangono allo stato liquido a più di 200 °C. Solventi simili potrebbero formare oceani anche su pianeti che ben più vicini alla loro stella di quanto si possa supporre in base alla definizione di zona abitabile basata sulle condizioni terrestri.
Ma potrebbe presentarsi anche la situazione opposta: un oceano di ammoniaca liquida può esistere a distanze superiori a quella tipica della zona abitabile per forme di vita di tipo terrestre; e parte della superficie di Titano è occupata da oceani di metano ed etano.
Il gruppo di ricerca, che ha base a Vienna, ma collabora con diversi centri internazionali, sta così studiando le proprietà di un'ampia gamma di solveti differenti dall'acqua per individuare la loro eventuale capacità di originare e far evolvere forme di vita alternative. (gg)

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