giovedì 21 agosto 2008

Il Teschio di cristallo: un video esclusivo girato al British Museum di Londra (immagini nitide e ravvicinate)


Fonte:

http://it.wikipedia.org/wiki/Teschio_di_cristallo

Il teschio di cristallo è un modello di un teschio umano realizzato in cristallo di quarzo trasparente. Alcuni di questi manufatti sono considerati reperti archeologici precolombiani dai sostenitori dell'archeologia misteriosa. Nuovi teschi ricavati dal cristallo vengono prodotti e venduti regolarmente. Alcuni ritengono che i teschi di cristallo abbiano poteri curativi, ma questo non è mai stato scientificamente stabilito. La comunità scientifica non ha mai riscontrato prove di qualsiasi fenomeno inusuale legato ai teschi di cristallo, né ha trovato alcun motivo per ulteriori investigazioni.

I primi teschi di cristallo compaiono sulla scena nell'Ottocento. Il British Museum ne possiede uno dal 1897. Anche un altro ente prestigioso, la Smithsonian Institution ha un teschio, donato ad essa nel 1992.
Nessun teschio di cristallo proviene da scavi documentati.
Tra i teschi posseduti da privati, è particolarmente famoso il teschio Mitchell Hedges. Secondo il racconto di Frederick Albert Mitchell Hedges e della figlia Anna sarebbe stato trovato negli anni venti del XX secolo in una spedizione a Lubaantun, nell'Honduras Britannico (attuale Belize). Non vi è però traccia della scoperta del teschio nei resoconti della spedizione ed è dubbio anche che Anna vi abbia preso parte. Inoltre la ricercatrice Jane Maclaren Walsh ha scoperto che negli anni quaranta Mitchell-Hedges acquistò un teschio di cristallo.
Tra i più noti teschi di cristallo ci sono quelli chiamati "Max" e "Sha Na Ra". "Max", di proprietà dei coniugi Parks, sarebbe stato trovato in Guatemala negli anni Venti, ma anche in questo caso non c'è alcuna documentazione a sostegno di tale affermazione. "Sha Na Ra" sarebbe stato trovato in Messico da Nick Nocerino, personaggio televisivo autodefinitosi "esperto di teschi di cristallo", nella provincia messicana di Guerro. Nocerino non rivelò mai l'origine del ritrovamento, giustificandosi attribuendo la riservatezza a presunte "questioni di sicurezza per il personale coinvolto, a causa della situazione politica messicana". Né i teschi né gli altri oggetti che Nocerino avrebbe rinvenuto sono mai stati sottoposti ad analisi indipendenti.
Negli anni ottanta sull'onda della moda lanciata dalle pubblicazioni su questi artefatti comparvero numerosi altri teschi, dal Texas a Los Angeles; ad alcuni di questi venivano attribuite origini avventurose o poteri taumaturgici, ma di nessuno di questi si è potuta provare l'autenticità (mentre alcuni sono risultati veri e propri tentativi di truffa).
Secondo i cultori dei teschi di cristallo, di tali oggetti si parlerebbe nelle tradizioni dei Maya e di altre culture native americane, ma queste asserzioni sono da ascrivere piuttosto ad un folclore degli ultimi decenni applicato retrospettivamente.
Da uno studio effettuato nel 1970 da ricercatori della Hewlett-Packard (i laboratori della HP sono ritenuti un centro di eccellenza per la ricerca sui cristalli) guidati da Frank Dorland, su almeno uno di questi teschi (il Mitchell-Hedges), risulta che non furono utilizzati strumenti di metallo o pietre o di legno per scolpirlo. Gli scienziati affermarono alla fine della analisi che il teschio sembrava essere stato scolpito con un moderno laser o con ceselli di precisione.
Al contrario, sarebbero stati sottoposti ad un gran numero di esperimenti pseudoscientifici, come esami quali psicometria, scrittura automatica o percezioni extrasensoriali. Questi esperimenti vennero realizzati presso tre società non accreditate dalla comunità scientifica: Pelton Foundation of Applied Paranormal Research, Institute of Psychic and Hypnotic sciences, The Society of Crystal Skulls International. Stando ai risultati di queste prove, i teschi avrebbero trasmesso ai sensitivi immagini di cerimonie antiche o collegamenti con Atlantide.
Nel 1996 i teschi del British Museum e della Smithsonian Institution sono stati sottoposti ad analisi presso il British Museum che hanno rivelato segni di lavorazione con strumenti disponibili nell'Europa della seconda metà dell'Ottocento. Anche questo elemento suggerisce che si tratti di falsi fabbricati in tale periodo. In quell'occasione erano stati portati anche i teschi "Max" e "Sha Na Ra" (mentre Anna Mitchell Hedges aveva rifiutato di portare il suo), ma il British Museum, applicando la sua norma di non dare valutazioni su oggetti provenienti da collezioni private, non ha espresso alcun giudizio su di essi.
Nuove analisi approfondite condotte tra il 2003 e il 2005 hanno confermato il verdetto.
In passato, intorno al teschio inglese si erano catalizzati racconti folkloristici quanto infondati, che suggerivano che il teschio si muovesse all'interno della teca. Anche il fatto che il teschio fosse stato rimosso dall'esposizione aperta al pubblico è una leggenda urbana: il teschio è oggi esposto all'interno della prima sala dell'ala sinistra, sul lato sinistro della parete dove si apre la porta d'ingresso.
In particolare, per l'esemplare esaminato si è riusciti a risalire ad una probabile origine tedesca della lavorazione, mentre la roccia cristallina è di origine brasiliana. Ricerche documentarie negli scritti relativi alle collezioni del museo, hanno portato a identificare nel collezionista francese Eugene Boban l'organizzatore di questo traffico di falsi. Altri teschi furono analizzati insieme a quello del British, tra cui quelli di Nocerino e quelli americani. Nessuno di questi teschi aveva evidenze che potessero supportare una presunta antichità, mentre anzi le probabilità spingevano a pensare ad un'origine molto più moderna.
È oggi certo che questi teschi, almeno quelli più antichi, sono stati realizzati nel XIX secolo con il solo scopo di venderli a ingenui quanto ricchi appassionati di antichità.
Secondo alcune fonti , i teschi sarebbero oggi conservati a Parigi (Musée des Arts Premiers, quai Branly, Parigi) e Londra (British Museum), in mostra in questi giorni.

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